venerdì 30 ottobre 2015

Nuovo Museo a Firenze!! Aperto ieri 29 Ottobre 2015


Firenze 29 ottobre 2015 - La maggior collezione al mondo di scultura del Medioevo e del Rinascimento fiorentino è conservato nel nuovo Museo dell’Opera del Duomo.

Museo che oggi apre al pubblico mostrando le sue 750 opere d’arte realizzate dai più noti artisti dell’epoca da Michelangelo a Donatello dal Ghiberti al Pollaiolo e poi ancora ci sono opere di Andrea del Verrocchio e della Robbia.

Tra questa opere 200 sono state restaurate e quindi  da oggi saranno visibili al pubblico e tra queste la Maddalena di Donatelo, la Porta nord i Lorenzo Ghiberti del Battistero di Firenze.


«Il progetto ha conservato la memoria del gran vuoto del Teatro degli Intrepidi trasformandolo in uno spazio illuminato dall’alto in cui far convivere le evocazioni delle architetture con le opere che le adornavano.
Se ormai è irreversibile il processo per cui le opere originali devono esser ricoverate per motivi di conservazione, sostituite in loco da copie, si mette in atto uno scambio continuo tra il Museo dell’Opera e la Piazza del Duomo e un po’ per volta le opere trasmigrano dal fuori al dentro.
Nel nuovo salone le opere ritrovano la stessa luce e le stesse talora inaccessibili posizioni per le quali erano state pensate.

Nella sala del Teatro è stato sistemato un modello al vero dell’antica facciata del Duomo. Le sculture maggiori sono allestite su basamenti posti sotto il grande modello, in modo da permetterne una lettura ravvicinata mentre tutte le altre sono ricollocate nelle posizioni originali e così vengono ricontestualizzazione. Il modello al vero richiama la singolare invenzione della tavoletta prospettica del Brunelleschi col Battistero ritratto dalla Porta del Duomo Arnolfiano. Parafrasando l’Alberti “e sappi che cosa niuna dipinta parrà pari alle vere dove non sia certa distanza a vederle” potremmo dire che nessuna cosa vera parrà più tale se tolta dalla distanza reale dell’osservatore.

Il progetto ha trovato nuovi spazi interstiziali tra il Teatro e gli altri edifici, con un nuovo piano che regolarizzava i volumi tra il Teatro e il museo in modo da creare una galleria, praticamente invisibile dall’esterno.

Nello spazio ritrovato dal progetto, prendono posto i modelli della cupola, il cantiere del Brunelleschi e il coro bandinelliano. Tra la Galleria della Cupola e la Sala del Coro un doppio volume permette di illuminare dall’alto la Sala della Pietà.

All’interno del complesso, dunque, si è intervenuti con modalità diverse a seconda delle varie parti. Nell’ambito del restauro e del consolidamento strutturale si è messa mano alla riqualificazione degli spazi dell’ex garage. Nuove strutture hanno sostituito il sistema distributivo esistente, creando nuovi ballatoi, livelli e diversi locali interrati. Due nuove scale sono state aggiunte allo scalone storico con il fine di migliorare la distribuzione degli accessi e delle vie di fuga del museo. La copertura della grande sala è stata completamente ricostruita mantenendo una struttura reticolare in metallo, fornita di lucernario superiore.

Il braccio intermedio tra il museo esistente e la grande sala del garage è stato ristrutturato e riorganizzato in modo tale da ricavare una grande galleria lineare. Ricomponendo i volumi preesistenti e incrementando l’altezza si è creato un nuovo livello sovrapposto alla ex sala di Bonifacio VIII e agli ambienti laterali dell’ex garage. Per il resto del museo attuale gli interventi si sono limitati solo alla modifica di alcune finiture e dei sistemi dell’allestimento.

Grazie ai lavori di ampliamento, il Museo dell’Opera è stato più che raddoppiato: la superficie utile netta è passata dai 2.400 metri quadrati del vecchio museo ai 6.000 metri dell’attuale.
Tutte le opere del Museo hanno trovato una nuova collocazione secondo il progetto di Monsignor Timothy Verdon e costituiscono uno straordinario racconto delle vicende sacre e profane legate al complesso monumentale costituito dal Battistero, Cattedrale, Cupola e Campanile».

Redazione  

Fonte: Comunicato Stampa Museo opera del Duomo.

Foto di Antonio Quattrone

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