Il fantasma di Toiano

L’assassinio della “bella Elvira” come ormai veniva chiamata la ragazza andò sulle prime pagine dei giornali nazionali.
Nel 1949 iniziò a Pisa il processo, ma la folla, divisa fra colpevolisti e innocentisti, pressò così da vicino a corte d’Assise che il dibattimento venne spostato a Firenze. Ma anche qui la musica non cambia, e mentre nel dibattito venivano alla luce particolari torbidi sulla condotta della ragazza, veri o falsi che fossero, la gente si picchiava per poter entrare ad assistere e più volte l’aula del tribunale fu fatta sgombrare per incidenti.
Gli scommettitori clandestini fecero affari d’oro sull’esito del processo ed arrivarono a Firenze persino dei corrispondenti di giornali esteri. (…)
La storia finì con l’assoluzione del fidanzato e l’omicidio rimase impunito per sempre.
Un cippo con una foto che rende la bellezza della ragazza è visibile ad un lato della strada che da Palaia porta a Toiano.
Da qui inizia la lenta fine del piccolo borgo che nel giro di pochi anni venne dimenticato da tutti. (…)
Gli anziani dei luoghi vicini dicono che la colpa del suo abbandono è stata la notorietà seguita al delitto: tutti pensavano di arricchirsi, di essere diventati famosi, ma come si sono spente le luci del processo è calata l’oscurità anche su Toiano: “E’ la maledizione della Bella Elvira che ha mandato via tutti” ha detto qualcuno “perché il suo assassino era del paese, ma non hanno volto trovarlo, era un insospettabile”. (…) Ora, di notte, si sentono sospiri, a volte appena sussurrati, a volto più forti: sarà il vento che si insinua nelle grotte di tufo ed esce fuori come da un sifone. O forse è la Bella Elvira che, sebbene sgozzata, cerca come può di raccontare la verità di quel giorno quando fu tradita dalla sua bellezza e dalla fiducia che riponeva in qualcuno
Da “Toscana misteriosa” di C. A. Martigli – ed. Castelvecchi
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